rischiamo di rinunciare a quanto di più prezioso dovrebbe segnare le nostre vite: verità e giustizia, libertà e democrazia…

Non ci possiamo sempre accontentare del meno peggio. Basta annacquare i principi, i valori in cui diciamo di credere !

A forza di accontentarsi, di ridurre le aspettative, di ridimensionare gli obiettivi, rischiamo di rinunciare a quanto di più  prezioso dovrebbe segnare le nostre vite: verità e giustizia, libertà e democrazia… 

Esempio di Holding Esistenti già Quotate in Borsa

Non possiamo accettare che l’acqua finisca nelle mani di una holding, insieme a rifiuti, gas, energia elettrica (figurarsi!)  ritenendo una qualche forma di garanzia che il capitale della mostruosa multiutility sia interamente pubblico. L ‘acqua è un  bene comune, né pubblico né privato, di tutti e di nessuno: qualsiasi passo  per la traduzione in pratica di questi principi deve  rispettare l’assunto di partenza, e porsi sulla via che a quello conduca. Da subito, e senza compromessi  o ambiguità.

Venendo  allo specifico, è chiaro che per liquidare il socio privato in un’azienda idrica partecipata si debba  procedere alla disdetta dei patti  parasociali, come è avvenuto per Publiacqua. Ma è altrettanto chiaro che se semplicemente  sostituisco a quel socio privato un  ente a capitale interamente pubblico, lasciando invariato tutto il resto, non cambierà nulla: l’acqua resterà una merce da sfruttare per realizzare il massimo del profitto, con tutto ciò che ne consegue.

Cambia il dialetto ma la sostanza resta!



Con questa premessa il Forum Toscano Dei Movimenti per l’Acqua emette un nuovo comunicato stampa al riguardo degli ultimi avvenimenti in toscana.

Comunicato stampa

NO dei Sindaci al gestore unico regionale dell’Acqua

Ma continuano le manovre per una multiutility toscana

L’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana di giovedì 19 novembre ha regalato il NO dei Sindaci al gestore unico regionale del servizio idrico integrato. L’approvazione è stata unanime, accompagnata dal plauso e dai ringraziamenti di tutti i partecipanti. Ma in barba alla trasparenza delle istituzioni pubbliche solo dopo un’ora dall’inizio della riunione online, e dopo varie telefonate, è stato possibile seguire la diretta streaming.

L’opposizione a destinare Publiacqua spa, la maggiore azienda idrica toscana, alla gestione dell’intera rete regionale, era stata in realtà manifestata già nel 2018, in sede di Assemblea AIT. Nessuno però ha sottolineato che siano occorsi ben due anni per effettuare lo studio, apparentemente di tipo tecnico-legislativo, che ha dato il benestare all’attuale presa di posizione dei Sindaci.

Del resto, ancora nessuno ha evidenziato come l’obiettivo del gestore unico prosegua a campeggiare nella legge regionale 69/11 che disciplina proprio la gestione del servizio idrico. Quella stessa legge poteva essere totalmente riscritta nell’ottica di una vera ripubblicizzazione, tramite una pdl di Toscana a Sinistra, portata in Consiglio Regionale a fine luglio di quest’anno. Ma a quel punto PD e Lega hanno fatto mancare il numero legale, impedendone perfino la discussione, a riprova del pericolo che essa comportava per gli interessi particolari da cui sono sostenuti.

Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua ha sempre espresso contrarietà rispetto ad un accentramento nelle mani di un unico gestore, a discapito della qualità del servizio, e nell’assoluta ignoranza di problematiche inerenti le diverse zone della regione, più naturalmente riconducibili ai singoli bacini idrografici. Eppure non riusciamo ad accogliere con esultanza la notizia. Anzi, ci chiediamo se i Sindaci non sappiano o semplicemente fingano di non sapere cosa stia maturando anche soltanto negli ultimi due anni.

Il 2018 è stato particolarmente prolifico nello sfornare decisioni importanti per la gestione dell’Acqua. Decisioni politiche che come tali vanno lette. Intanto si è cominciato a manifestare l’intenzione di ripubblicizzare il servizio idrico, iniziando proprio dal territorio gestito da Publiacqua. Da allora proviamo a smascherare la presunta operazione che cela in realtà la volontà di intervenire unicamente sul piano economico-finanziario: liquidare il socio privato (ACEA/SUEZ), per ampliare la partecipazione dei Comuni e accogliere eventualmente aziende a capitale interamente pubblico. Tutto ciò, lasciando inalterata la veste della società per azioni, ente di diritto privato, votato al profitto. Niente di più lontano da quanto richiesto da milioni di cittadini/e con i referendum del 2011.

L’Acqua NON è una merce!

Interessante notare come ancora nel 2018 sia stato fatto un altro passo significativo nella medesima direzione: la concessione di proroghe alle aziende idriche, in alcuni casi fino al 2031, per dare maggiore agio non ad una vera ripubblicizzazione, come sbandierato, quanto ad una nuova configurazione delle aziende sul mercato, nell’intento di renderle più competitive oltre che più remunerative.

Dopo la “pausa” del 2019, segnata dall’elezioni in molti Comuni, il 2020 sembra aver favorito la ripresa delle manovre. Da tenere d’occhio sempre Publiacqua, ormai non più votata a gestire tutta la Toscana: le mire adesso sono altre e di maggior livello! I Consigli dei Comuni che fanno capo alla spa dell’acqua hanno votato la disdetta dei patti parasociali con l’azienda stessa, per arrivare, si dice, ad estromettere il socio privato. Ma quella che si prospetta è in verità la creazione di una holding che gestisca oltre all’acqua, i rifiuti, l’energia elettrica, il gas… Una multiutility che sicuramente mette d’accordo Comuni (almeno quelli più grandi, con in testa Firenze e Prato) e Regione; da sinistra a destra, senza eccezioni. Un vero esempio per l’intera regione e per tutto il territorio nazionale!

Quando il mercato detta legge, come in questo caso, hanno da guadagnare solo pochi: non i piccoli Comuni, non i cittadini specialmente più poveri, non l’ambiente. Certi disegni nulla hanno a che vedere con i principi di democrazia e di partecipazione, di solidarietà e di rispetto che fondano il bene comune e che dovrebbero orientare il pensiero e l’azione dei nostri Amministratori.

21/11/2020

Verso una holding dei servizi pubblici?

La Regione Toscana conferma il progetto privatistico ed antidemocratico

Comunicato Stampa

Tramite le dichiarazioni della neo Assessore all’Ambiente, Monia Monni, la Regione Toscana sembra confermare il progetto di stampo privatistico, oltre che assolutamente antidemocratico, della creazione di una holding che gestisca servizi essenziali come quelli legati ai rifiuti, l’energia, l’acqua.
Nuova holdingIl disegno nefasto ci era stato ricordato pochi giorni fa dal Sindaco di Firenze, Nardella, che ha chiamato il top manager Irace a ricoprire la carica di AD dell’azienda dei rifiuti, ALIA; per poi renderlo esecutore di una fusione con società multiservizi, in particolare nel campo dell’energia, come ESTRA/CONSIAG e Publiservizi; senza trascurare le spa dell’acqua, Publiacqua e Acque, entrambe compartecipate da ACEA, di cui Irace è stato AD per alcuni anni. Il mostruoso colosso sarebbe forse così completato.
In effetti, il piano di una multiutility regionale era stato lanciato e ripreso dall’ex Presidente Rossi in diverse occasioni, nell’arco del suo governatorato decennale, a dispetto di un pronunciamento popolare che con i referendum del 2011 aveva espresso chiaramente la volontà di sottrarre l’acqua, insieme agli altri servizi, dalle leggi del mercato e del profitto.
soldi_acquaE ancora tocca dire come il processo di ripubblicizzazione proposto dai Movimenti e condiviso da milioni di cittadini, sia tutt’altra cosa rispetto alla grandiosa operazione, a cui da tempo lavora la politica PD-Renziana che piace tanto anche alla destra. Tutte le manovre messe in atto finora dai nostri Amministratori hanno fini puramente speculativi, di matrice economico-finanziaria, e nient’altro. La sola “novità” sta nel fatto che per anni la politica ha assecondato se non spudoratamente favorito una gestione privatistica di beni e servizi, mentre oggi mira a farsi diretta imprenditrice, a capo della stessa.
Non si cambia la vera natura di una gestione se, come nel caso dell’acqua, si pensa di liquidare il socio privato, per inserire enti o aziende, sia pure con capitale interamente pubblico! Per non parlare di come ciò venga impunemente sfruttato per celare la manovra sotto le vesti di una ripubblicizzazione, addirittura in conformità a quanto richiesto dai cittadini. Ma si sa, il centro sinistra ha un talento davvero eccezionale per le operazioni di mascheramento.
BiodigestoriAnalogamente, riguardo ai rifiuti, a fine legislatura la Regione ha autorizzato i cantieri per i biodigestori (Montespertoli, Peccioli e Rosignano Marittimo): da una parte l’accostamento al “bio” vorrebbe attribuire il sistema alla green economy, dall’altra questa forma di riciclaggio entrerebbe di diritto a far parte della cosiddetta economia circolare. Eppure esistono dubbi fondati che la tecnica non sia affatto innocua, come esistono soluzioni alternative decisamente migliori per lo smaltimento, che non si vogliono nemmeno prendere in considerazione.
Facciamo allora appello ai Sindaci, in qualità di soci delle aziende che gestiscono i servizi pubblici, ma prima ancora come amministratori di un bene comune: fate sentire la vostra voce per uscire dalla logica economicistica, per far valere solidarietà e democrazia!  Oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
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