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Convegno on line – Il video

Il Forum Italiano ed il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, in collaborazione del CCAdbr (Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche, e la ripubblicizzazione del servizio idrico), hanno organizzato un convegno on line venerdì 5/11/21 specificamente dedicato agli attualissimi temi della costituzione di una “NewCo” per Acque Spa e del cosiddetto progetto “multiutility toscana”.

Fra gli interventi si segnalano:
Remo Valsecchi, esperto tecnico del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Giuseppe Sardu, Presidente di Acque Spa
E poi:
Rossella Michelotti – Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Clara Gonnelli – CCA dbr
Stefano Petroni – Forum Acqua Valdera
Andrea Romanelli – Presidente di Federalberghi Pisa
Matteo Ferrucci – Sindaco di Vicopisano
Marco Barbato – Una Città in Comune – Pisa


Ha diretto l’orchestra Paolo Carsetti – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


Strumenti e assistenza tecnica messi a disposizione dall’Istituto Zaccagna di Carrara che ringraziamo vivamente.

www.zaccagnagalilei.edu.it

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Depurazione: nuovo bomba libera tutti !

REGIONE TOSCANA E TRANSIZIONE ECOLOGICA / DEPURAZIONE:

UN NUOVO BOMBA LIBERI TUTTI

Comunicato Stampa

Nell’anno 2016 in Regione Toscana venne approvata la legge N. 5 “Disposizioni straordinarie per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane” con cui venivano autorizzati tutti gli scarichi fognari fuori norma di legge dei gestori del servizio idrico toscano. Le Autorità competenti, in questi anni, hanno continuato a ripetere il mantra che, le perdite idriche restavano elevate in quanto si erano privilegiati gli investimenti sulla depurazione dei reflui fognari. Oggi invece abbiamo la dimostrazione che questa legge ha avuto solo la funzione di sanare i mancati investimenti relativi alla depurazione e al collettamento ai depuratori degli scarichi in fogna. La proroga concessa per la messa a norma degli scarichi pubblici, anche a seguito alle procedure di infrazione della Comunità Europea, era di 6 anni, e proprio nel 2021 gli interventi dovevano essere conclusi.

A distanza di 6 anni invece siamo punto e a capo: la legge sugli scarichi sarà nuovamente prorogata, come pure quella sulla tutela delle acque dall’inquinamento, e invece di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini si tutelano gli interessi dei responsabili di una gestione nefasta.

Vogliamo ricordare che dal 2016 al 2019, quindi in solo 4 anni, i gestori toscani hanno incassato ben 328 milioni di utili, ma si sono guardati bene dall’effettuare gli investimenti previsti sia nella rete idrica che nella depurazione.

Nella attuale modifica si dichiara che la proroga non deve causare un deterioramento delle acque del corpo idrico, ma niente si dice in merito a chi, come, quando e con quali risorse saranno effettuati i controlli. Chi ha la responsabilità del controllo degli interventi previsti? la legge regionale 69/2011 attribuisce questa funzione all’Autorità Idrica, che ha deliberato anche il piano con l’elenco degli interventi approvati.

Peccato che nelle che relazioni annuali del Direttore dell’AIT non riusciamo a trovare nessuna informazione su quanti progetti di depurazione e collettamento delle fognature siano ancora da completare, mentre veniamo edotti ogni anno in merito a tantissimi aspetti del servizio idrico. E’davvero sconcertante che non vi sia alcuna documentazione specifica sugli interventi oggetto di proroga, soprattutto per quelli in infrazione per la Comunità Europea, e che non siano stare rese note le motivazioni tecniche per le quali i lavori di messa a norma non sono stati effettuati nei tempi previsti. Una chiara mancanza di trasparenza e di corretta informazione. Per non dire dell’atteggiamento di alcuni Comuni, soci delle aziende idriche, che sulla questione, come su tutto il resto, tacciono.

Sta di fatto che in passato abbiamo pagato la quota depurazione anche se non dovuta, che si è fatto di tutto per non restituirla agli utenti, e che adesso i cittadini dovranno pure pagare le multe disposte dall’Europa per i mancati adeguamenti. Beffati ben tre volte! I gestori saranno nuovamente autorizzati a perpetrare la pratica degli scarichi, anche molto inquinanti, in fiumi, laghi, mare: questa è la transizione ecologica della Toscana.

NEWCO DELL’ACQUA PER UNA FALSA RIPUBBLICIZZAZIONE

FIRENZE ALLA REGIA

In questi giorni il Comune di Firenze ha inviato ai comuni soci di Publiacqua una delibera ed uno statuto precompilato, al fine di partecipare ad un’operazione di aggregazione dei soci pubblici di Publiacqua Spa, da effettuare mediante la costituzione di una nuova società a totale controllo e partecipazione pubblica, spacciandola per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

Ora, se si leggono attentamente gli atti proposti, vediamo che questa operazione non ha niente a che fare con quanto espresso dai cittadini toscani con il referendum del 2011, che chiedeva una vera gestione pubblica del servizio, senza che nessuno potesse fare profitti su questo bene comune.

In questo caso si tratta di un’operazione puramente economico-finanziaria, rivestita solo apparentemente di principi e valori, mentre l’approccio culturale e politico nella gestione dei servizi pubblici locali è decisamente di stampo privatistico. Infatti la Newco sarà una società di diritto privato, e come tutte le Spa avrà come fine principale il profitto.

Addirittura si parla espressamente di dividendi futuri, e l’art 24 “Bilancio” specifica persino la modalità di ripartizione degli utili.

La delibera richiama in modo chiaro la Multiutility toscana che dovrebbe aggregare le partecipazioni azionarie dei Comuni nelle aziende che gestiscono servizi pubblici locali e di interesse generale; quindi una Holding che si occuperà, come più volte affermato pubblicamente dal presidente Giani, dall’assessore Monni e dai sindaci di Firenze e Prato, di acqua, rifiuti, luce e gas. Una Holding da quotare poi in borsa, come se questi servizi fossero un bene di consumo qualsiasi, e non beni e servizi essenziali per la vita dei cittadini.

In altri termini, un enorme carrozzone sulle spalle dei cittadini toscani che sarebbero chiamati a dover pagare bollette non per quanto sarebbe giusto pagare per l’acqua consumata o lo smaltimento dei rifiuti prodotti ma un consistente sovrappiù che servirà a remunerare lautamente gli azionisti privati e pubblici della Holding.

Con l’operazione prospettata i piccoli comuni non avranno alcuna possibilità di programmazione e di controllo e, come allo stato attuale, potranno solo partecipare all’approvazione del bilancio. I comuni che detengono le maggiori quote (chiaramente Firenze e Prato) invece nomineranno l’Amministratore e il Consiglio di Amministrazione, perfino tra i non soci, e saranno proprio questi ultimi a prendere tutte le decisioni. Il sistema di gestione dei servizi pubblici ha già mostrato in questi anni tutte le debolezze che si generano, allontanando le decisioni dai territori e espropriando addirittura Sindaci e Consigli Comunali di qualsiasi potere di intervento e modifica dei servizi stessi.

Non solo, i piccoli centri aderendo alla proposta di Firenze e Prato si tireranno la zappa sui piedi poiché se oggi ,in quanto soci, possono contare sui proventi distribuiti da Publiacqua a titolo di dividendi , in seguito perderanno il diritto alla percezione degli stessi, perché sarà la Newco ad usufruirne.

Ripubblicizzare veramente il servizio sarebbe possibile tramite un’azienda speciale consortile, di diritto pubblico: già quasi 70 milioni di euro sono i dividendi di parte pubblica non distribuiti, e forse altrettanti se ne accumuleranno da qui a fine concessione, nel 2024, riserve più che sufficienti per liquidare il socio privato attuale.

L’adesione a questa Holding rappresenta un ennesimo tradimento della volontà popolare e della possibilità degli amministratori locali di programmare e controllare i servizi: oggi si sta chiedendo ai Comuni di approvare l’ennesima scatola cinese!

Auspichiamo che questa inaccettabile proposta sia di stimolo affinché i Sindaci, i Consigli comunali e la politica in genere riprenda il proprio ruolo, finalmente a favore del bene comune.

Quando il bene comune è solo merce

Top Manager Irace chiamato ad ALIA

 

COMUNICATO STAMPA

E’ notizia di questi giorni: pare certo che il top manager, Alberto Irace, sia stato chiamato dal Sindaco di Firenze, Nardella, per assumere la carica di Amministratore Delegato di ALIA, l’utility dei RIFIUTI che ha accorpato le aziende operanti sulla Piana Firenze-Prato-Pistoia.

Ma il piano ha mire ben più alte poiché sembra prevedere la creazione di una multiutility che inglobi ESTRA, con prevalenza di gestione nel settore GAS, e addirittura PUBLIACQUA, la Iracemaggiore società idrica della Toscana.

Ovviamente Irace avrebbe il ruolo di guidare l’operazione per poi installarsi, in qualità di AD, nella “mostruosa” società così realizzata.
Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua conosce Irace. Il primo incontro con lui è avvenuto all’indomani dei referendum del 2011, quando, presente suo malgrado, l’allora AD di Publiacqua manifestò tutto il disprezzo possibile per la vittoria ottenuta dai Movimenti, nonché la totale disapprovazione per quella che sembrava essere una svolta verso la reale ripubblicizzazione del servizio idrico.
Conosciamo Irace per un’altra questione: l’utilizzo da parte di Publiacqua del sistema informatico denominato Acea 2.0. acea-2.0

Siamo stati gli unici a cercare di far emergere le grandi manovre, dirette da Irace, che hanno visto vendere ad ACEA il template messo a punto da Publiacqua, per una cifra irrisoria; concedere gratuitamente “in visione” la stessa piattaforma ad ACEA, ancor prima della effettiva cessione; infine riacquistare da ACEA il “nuovo” template, ovviamente ad un prezzo esorbitante che sono e saranno i cittadini-utenti a pagare per intero.
Ma soprattutto conosciamo Irace per l’impronta aggressiva, in senso economico-finanziario, che ha segnato la gestione di Publiacqua negli anni in cui era AD della stessa. La logica della speculazione e del profitto si è imposta, garantendo utili milionari alla società, in barba agli investimenti effettivi e ad interventi necessari e urgenti di manutenzione, tanto per dirne una.
Non vorremmo comunque far ricadere su un’unica persona il peso e la responsabilità di scelte oltremodo deleterie nella gestione di un bene comune.

In realtà, come troppo di frequente accade, attrice protagonista è la politica, con i nostri Amministratori che paiono aver perso da tempo il senso più nobile del termine “pubblico”, per abdicare a politiche e decisioni di puro stampo privatistico.
Come più di una volta abbiamo messo in luce riguardo al servizio idrico, ma lo stesso vale per gas, energia elettrica, rifiuti… i Governatori locali, acqua_dollarisalvo rare o individuali eccezioni, si stanno trasformando in maniera sempre più decisa in investitori con interessi esclusivamente finanziari. Vengono così depotenziate o addirittura sperperate esperienze concrete di qualità, come era quella di Publiacqua prima dell’entrata del socio privato, come probabilmente era di ASM prima della fusione in ALIA, con l’unico obiettivo dell’accaparramento di utili. E’ allora naturale che la qualità del servizio peggiori sotto ogni aspetto, compreso quello apparentemente avulso di una gestione democratica. In questo tipo di ottica, Irace costituisce senz’altro una garanzia; e una garanzia per tutti, da sinistra a destra.
Ed è veramente grave questa unanimità di pensiero e di intenti, che lascia spadroneggiare il Sindaco di Firenze, permettendogli di fare certe scelte. In realtà la “voglia” di multiutility era stata manifestata anche dal Governatore Rossi, però è la politica renziana che da anni, prima col capostipite, poi tramite il Sindaco Nardella, spinge in ogni modo verso la privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi.

E’ davvero scandaloso che non si levi una voce di dissenso!

il-mio-voto-va-rispettatoCome è scandaloso che, perfettamente in linea con lo stile di Renzi, si vogliano mascherare operazioni meramente speculative e di accentramento di potere con la veste candida della ripubblicizzazione.

Nel caso dell’acqua il risultato referendario impone il “gioco”, nel caso dei rifiuti o in altri, non si fa neppure questa fatica.
Complimenti dunque a Renzi e ai suoi uomini! Con neppure il 5% dei consensi alle recenti elezioni regionali, continuano ad imporre la loro volontà, favorendo e costruendo il guadagno di pochi, a discapito del bene comune. Ma evidentemente questo è uno “sport” in cui tutta la politica aspira ad eccellere.

 

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Torna in auge il piano strategico regionale con la costruzione di grandi “autostrade” dell’acqua. Comunicato Stampa

Torna in auge il piano strategico regionale con la costruzione di grandi “autostrade” dell’acqua.

 

La proposta rilanciata dal Presidente di Publiacqua, Lorenzo Perra prevede tre enormi condutture sotterranee:

.dal lago di Bilancino a Calenzano e quindi, Prato. 20 km, per 100 milioni di euro. Da notare che i costi previsti nel 2017 sono assai lievitati, passando da 25 a 100 milioni di euro! TuboneSenza considerare che i rilasci di Bilancino servono a mantenere viva la Sieve;
. dall’impianto di Casa di Lupo a Porcari, Capannori fino a Serravalle Pistoiese, utilizzando le acque del Serchio. 55 km, per 67 milioni;
. dal lago di Montedoglio fino a Montevarchi e altri Comuni aretini. Altri 18 milioni.
Il piano strategico regionale varato nel 2017 prevedeva sostanzialmente di interconnettere tutte le fonti di approvvigionamento di acqua potabile mediante megacondotte che avrebbero creato quasi un anello intorno alla regione. Un piano mai attuato, per l’enorme costo che si sarebbe dovuto sostenere, da riversare interamente sulle bollette dei cittadini. Hanno influito inoltre le proteste delle popolazioni residenti. C’è stata infatti una grande opposizione a Massa Carrara, per il “tubone” che dalle Apuane avrebbe dovuto portare l’acqua a Livorno; come insorsero i cittadini del Mugello, già depredati di torrenti e pozzi a causa della TAV.
Adesso, il presidente Perra ripropone tre megainterventi, con la giustificazione che costa troppo potabilizzare l’acqua dell’Arno. Vogliamo ricordare che tra i sei gestori della Toscana è Publiacqua che utilizza prevalentemente acque superficiali, affermando che fare tanti pozzi aumenta i costi. Tutti gli altri gestori privilegiano le acque profonde.
Non solo, vorremmo anche rammentare che i collettori fognari, tramite gli scolmatori, e i depuratori sono collocati sui corsi d’acqua ed è proprio qui che sversano i propri reflui. Forse se ne dovrebbe innanzi tutto aumentare l’efficienza depurativa, anche per mantenere in vita un essenziale ecosistema.
Sarebbe poi essenziale considerare che le gestioni idriche toscane perdono in media circa il 40% dell’acqua potabile immessa in rete. Perdite idriche 2019 - 2Publiacqua perde ogni anno, per metro di rete idrica lineare, addirittura quasi 11 metri cubi di acqua, l’equivalente di una piccola piscina.
A nostro parere sarebbe quindi più opportuno sostituire la rete idrica obsoleta e salvaguardare localmente le fonti di approvvigionamento dell’acqua potabile, invece di devastare ancora una volta il territorio con nuove opere. Perché di grandi opere ne abbiamo subite già troppe, e i risultati, con il notevole utilizzo di soldi pubblici, non sono stati certamente entusiasmanti.
Viene ora proposto di finanziare le autostrade dell’acqua con le risorse che arriveranno dal Recovery fund della Comunità Europea. Ma queste scelte deludono totalmente quella speranza che dopo la tragedia di una pandemia si fosse riflettuto sul nostro stile di vita e sulla gestione del nostro territorio e dei nostri beni comuni. Confermano invece quella visione di “sviluppo” che antepone l’utilizzo di grandi risorse per mega opere devastanti per l’equilibrio dell’ecosistema ai possibili e indispensabili problemi causati dalle tante fragilità del nostro sistema paese.

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Convegno regionale su acqua pubblica… Niente di nuovo sotto il sole!

Comunicato Stampa

Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua si compiace che la Consigliera Spinelli abbia organizzato il convegno tenuto a Firenze il Acqua pubblica non se ma quando17 gennaio scorso: Acqua pubblica: non se, ma come e quando    e abbia invitato a dibattere su tale importante tema altri Consiglieri Regionali,  il Presidente Giani,  i Sindaci,  la CGIL,  Federconsumatori,  Legambiente,  l’onnipresente Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana Mazzei e il Governatore uscente della Regione Rossi.
Grazie dunque a chi,  molto coerentemente ma assai poco democraticamente,  ha pensato di escludere da questo convegno il Forum Toscano,  una voce di certo scomoda ma pur sempre il primo soggetto,  se non l’unico,  che da almeno un decennio continua a sostenere la necessità e l’urgenza di avere una gestione dell’acqua realmente pubblica.
Una gestione sotto la diretta responsabilità dei Comuni:  il livello decisionale più prossimo ai cittadini che risiedono negli ambiti territoriali dove il servizio viene erogato.
Si ringraziano poi tutti i Consiglieri Regionali,  e in particolare quelli di maggioranza,  con il Presidente Rossi in testa,  per l’attenzione mostrata finora al tema in questione,  essendosene oltre tutto fregati sia della tutela dei consumatori-utenti che degli strumenti per la partecipazione popolare pomposamente enunciati nei preamboli delle leggi regionali sull’acqua,  fin qui emanate.  Il  Comitato Regionale di Controllo sulla Qualità del Servizio Idrico,  in primis,  è stato lasciato nelle mani di politici indolenti ma fidati,  che ne hanno assicurato la totale inattività,  con gran beneficio degli interessi dei gestori.

Venendo al convegno,  significative sono le dichiarazioni rilasciate dal Governatore Rossi.  Forse l’approssimarsi delle elezioni regionali ha richiamato alla mente dei politici quello che oltre 26 milioni diil-mio-voto-va-rispettato cittadini avevano chiaramente espresso con il voto nei
referendum del giugno 2011:  la volontà assoluta di ripubblicizzare il servizio idrico,  e di togliere ai soggetti privati la possibilità di fare profitti con l’acqua.  La priorità per Rossi
pare essere infatti il rispetto della volontà popolare referendaria,  unita alla necessità di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici,  altro tema d’attualità,  assolutamente da non trascurare in campagna elettorale.  Ma qui entra in gioco la parte sostanziale e più appetitosa della eventuale ripubblicizzazione del servizio idrico. Rossi tenta il colpo di coda spudorato e dichiara di avere in merito una proposta di legge già pronta,  che potrebbe essere approvata prima della fine della legislatura.
Intanto e come sempre,  nessuna nota critica sulla gestione  rivatistica dell’acqua,  che ha segnato gli ultimi 20 anni in maniera disastrosa.  Anzi,  ne rivendica la positività e l’efficienza.  E proprio sulla scorta di quest’ultima considerazione,  in barba tra l’altro
anche alla decisione presa dai Comuni in sede AIT,  Rossi ripropone un operatore unico  su scala regionale che sappia governare la risorsa.

Niente di nuovo sotto il sole!  Il gestore potrà essere pubblico (negli anni,  ha proposto COOP, ESTRA…)  ma la logica aziendale resta acqua_dollarisaldamente la stessa:  fare profitti sull’acqua.  E magari,  perché no, rilanciare nuovamente l’idea di una multiutility regionale,  in forma di spa,  che si occupi di altri servizi assai remunerativi.

Siamo sempre lì!   Siamo ancora lì!

 

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Paghino l’A.I.T. e i gestori!

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COMUNICATO STAMPA

Depurazione idrica

PER GLI ERRORI COMMESSI PAGHINO L’A.I.T. E I GESTORI

La sentenza della Corte Costituzionale n° 335/2008 decretò l’illegittimità del carico in tariffa della quota per la depurazione, nei casi di inattività o di completa assenza degli impianti specifici, con conseguente obbligo dei gestori di rimborsare quanto addebitato e non dovuto.

Risultati immagini per rimborso depurazioneMa per arginare una restituzione di massa, nel 2009 intervenne la legge 13 che nell’art. 8 sexies autorizzava l’addebito anche alle utenze non collegate ai depuratori, a decorrere dall’avvio delle procedure di affidamento delle opere di progettazione o di completamento di quelle necessarie alla attivazione del servizio. Pur facendo obbligo al gestore di osservare i tempi di realizzazione previsti dai Piani d’Ambito, oltre che di informare periodicamente gli utenti sullo stato dei lavori, dandone indicazione all’interno della bolletta.

Comunque sia, Il decreto attuativo varato nel settembre 2009… Continua la lettura di Paghino l’A.I.T. e i gestori!

I SINDACI APRONO GLI OCCHI SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO – Rimandata l’approvazione del disciplinare tecnico

In riferimento all’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana di lunedì 15 maggio.

Comunicato stampa

I SINDACI APRONO GLI OCCHI SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

Rimandata l’approvazione del disciplinare tecnico

Risultati immagini per investimenti acquaFinalmente i Sindaci aprono gli occhi sul servizio idrico integrato e rimandano l’approvazione del disciplinare tecnico dei gestori, in approvazione all’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana (AIT), del 15/05 scorso. Continua la lettura di I SINDACI APRONO GLI OCCHI SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO – Rimandata l’approvazione del disciplinare tecnico

Acque S.p.A. – Dopo il presidente sentiamo il Sindacato !

Così SUEZ, il socio privato di Acea sta allungando le mani sull’acqua toscana!

(a suon di Milioni di euro pagati dai cittadini)

 

Ma andiamo per ordine…

Giorni fa abbiamo pubblicato un post per manifestare la nostra indignazione per il servizio che ultimamente la trasmissiongabbanelli-reporte REPORT della RAI ha messo in onda.

Il post in questione era questo (clicca e leggi) .

Come si può leggere nell’articolo abbiamo anche chiesto alla redazione di Report che venisse fatta una rettifica perché venisse data agli utenti RAI un’informazione più giusta. Purtroppo ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta alla nostra richiesta, ne tantomeno ci sono state rettifiche nella trasmissione seguente.

Invece oggi siamo ancora più convinti che ce ne sarebbe stato bisogno perché

Continua la lettura di Acque S.p.A. – Dopo il presidente sentiamo il Sindacato !

Il comune di Zeri non sarà commissariato. Pubblichiamo altri contributi del sindaco Pedrini

 

E’ notizia di oggi:

Sospesa la diffida della Regione che ordinava al Comune della Lunigiana di consegnare gli acquedotti. Secondo una legge del dicembre 2015 anche i Comuni montani sopra i mille abitanti, con acque di pregio, possono tenersi le acque.  Tutto rinviato a maggio.

Clicca e leggi l’articolo de “Il Tirreno di Massa”

[ATTENZIONE – c’è una errata corrige e un secondo articolo, sempre del “Il Tirreno di Massa” fa chiarezza sulla ordinanza del TAR. Per questo motivo è stato correto il titolo di questo articolo togliendo la frase “Il TAR da ragione a Zeri]

Come annunciato nel precedente articolo pubblichiamo altri contributi che vedono il sindaco Pedrini spiegare oltre alla realtà di Zeri, un punto di vista politico diverso da quello che arriva dalla maggioranza toscana e alcune difficoltà di un sindaco che si ritrova senza il più potere di governare il suo territorio.

Egidio Pedrini racconta e mette in guardia dai privatizzatori omologati del PD e da chi predica molto bene, ma come sempre razzola male.

 

Pedrini non le manda a dire a Rossi !

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