NewCo dell’Acqua: il nuovo capitalismo dei Sindaci!


Evidentemente i Sindaci-soci di Publiacqua che hanno sollecitamente conferito le quote azionarie dei rispettivi Comuni nella NewCo Acqua Toscana ambivano più a fare gli imprenditori che non i Sindaci. Ma allora hanno sbagliato mestiere, perché il bene comune non si amministra tramite operazioni finanziarie, prettamente speculative, come la costituzione della NewCo all’interno di Publiacqua.

La nuova spa, anch’essa ente di diritto privato, ha visto l’adesione di 32 Comuni, dei 46 serviti dall’azienda idrica più grande della Toscana. E la ratifica davanti al notaio del neo soggetto, il 14 giugno scorso, è suonata come una beffa : dieci anni esatti dai referendum sull’acqua. Così i nostri Sindaci rampanti hanno dato un’ulteriore zampata per affossare la volontà popolare espressa da oltre 26 milioni di cittadini/e che avevano affermato a chiare lettere: fuori l’acqua dal mercato e fuori i profitti dall’acqua! Dal 2011, nascosti dietro la doppia veste di governatori locali e soci dell’azienda, i Sindaci della zona centrale della Toscana, salvo rarissime eccezioni, si sono sempre sottratti a reali e concreti interventi a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, preferendo la sottomissione, quando non l’esplicito sostegno, alla parte privata (ACEA-SUEZ.) Come se non avessero posseduto la maggioranza delle azioni di Publiacqua! E , prima ancora, come se non potessero effettuare davvero una decisa scelta politica in direzione opposta!

E adesso ci offrono lo spettacolo osceno di una scalata alla conquista di Publiacqua, per diventare loro stessi padroni e mercificatori di un bene comune, con il solo obiettivo del guadagno, per fare cassa e destinare i proventi dell’acqua ad attività estranee al servizio idrico, con l’unica prospettiva di rinsaldare neo-capitalismo e neo-liberismo imperanti. Basta vedere l’iter seguito per il varo della NewCo: nessuna discussione, nessuna decisione nelle sedi politiche competenti, Conferenza Territoriale e AIT, dove peraltro ogni Comune conta UNO e non zero virgola qualcosa , oppure uno o due percento, come vale nell’assemblea societaria. E ancora, nessun coinvolgimento dei cittadini in un processo democratico e partecipato. No, la via percorsa è sul piano strettamente economico-finanziario; e la nuova spa è solo la prima tappa, poiché si punta a creare una holding che oltre all’acqua gestisca rifiuti, energia elettrica, gas. Una holding multiservizi, da quotare in borsa!

E che dire del ruolo assunto da Firenze e Prato? Come veri padroni hanno avviato il processo di accaparramento di introiti, poltrone, consensi… e se ne infischiano dei Comuni minori, ai quali non toccheranno che briciole. Da rilevare poi come le grandi manovre stiano procedendo ad una velocità mai riscontrata nelle faccende della pubblica amministrazione: in un batter d’ali i nostri Sindaci si stanno dimostrando capaci di blindare la gestione del servizio idrico, e non solo, col marchio del regime privatistico.

Cari Sindaci, che ne è del vostro ruolo di amministratori e garanti del bene comune? A cosa si è ridotto il vostro ruolo: a gestire l’anagrafe locale e un po’ di cultura? State abbandonando tutto in mano al mercato, e addirittura pretendete di fare gli speculatori, affidandovi ai vari manager di turno! Ma, rimanendo all’acqua: perché la bolletta è da anni in ascesa; la qualità della risorsa è pessima, e le perdite arrivano a sfiorare il 50%? Perché una gestione privatistica bada al profitto, e nient’altro. E voi puntate a sostituirvi al privato e a consolidare una situazione che uccide la democrazia e la giustizia sociale, e non rispetta le persone né l’ambiente.

Anche una sola voce fuori dal coro è importante. Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua invita allora i Comuni che non hanno aderito alla NewCo a valutare collettivamente un percorso alternativo per la costituzione di un’azienda consortile di diritto Pubblico, offrendo disponibilità e supporto.

NEWCO DELL’ACQUA PER UNA FALSA RIPUBBLICIZZAZIONE

FIRENZE ALLA REGIA

In questi giorni il Comune di Firenze ha inviato ai comuni soci di Publiacqua una delibera ed uno statuto precompilato, al fine di partecipare ad un’operazione di aggregazione dei soci pubblici di Publiacqua Spa, da effettuare mediante la costituzione di una nuova società a totale controllo e partecipazione pubblica, spacciandola per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

Ora, se si leggono attentamente gli atti proposti, vediamo che questa operazione non ha niente a che fare con quanto espresso dai cittadini toscani con il referendum del 2011, che chiedeva una vera gestione pubblica del servizio, senza che nessuno potesse fare profitti su questo bene comune.

In questo caso si tratta di un’operazione puramente economico-finanziaria, rivestita solo apparentemente di principi e valori, mentre l’approccio culturale e politico nella gestione dei servizi pubblici locali è decisamente di stampo privatistico. Infatti la Newco sarà una società di diritto privato, e come tutte le Spa avrà come fine principale il profitto.

Addirittura si parla espressamente di dividendi futuri, e l’art 24 “Bilancio” specifica persino la modalità di ripartizione degli utili.

La delibera richiama in modo chiaro la Multiutility toscana che dovrebbe aggregare le partecipazioni azionarie dei Comuni nelle aziende che gestiscono servizi pubblici locali e di interesse generale; quindi una Holding che si occuperà, come più volte affermato pubblicamente dal presidente Giani, dall’assessore Monni e dai sindaci di Firenze e Prato, di acqua, rifiuti, luce e gas. Una Holding da quotare poi in borsa, come se questi servizi fossero un bene di consumo qualsiasi, e non beni e servizi essenziali per la vita dei cittadini.

In altri termini, un enorme carrozzone sulle spalle dei cittadini toscani che sarebbero chiamati a dover pagare bollette non per quanto sarebbe giusto pagare per l’acqua consumata o lo smaltimento dei rifiuti prodotti ma un consistente sovrappiù che servirà a remunerare lautamente gli azionisti privati e pubblici della Holding.

Con l’operazione prospettata i piccoli comuni non avranno alcuna possibilità di programmazione e di controllo e, come allo stato attuale, potranno solo partecipare all’approvazione del bilancio. I comuni che detengono le maggiori quote (chiaramente Firenze e Prato) invece nomineranno l’Amministratore e il Consiglio di Amministrazione, perfino tra i non soci, e saranno proprio questi ultimi a prendere tutte le decisioni. Il sistema di gestione dei servizi pubblici ha già mostrato in questi anni tutte le debolezze che si generano, allontanando le decisioni dai territori e espropriando addirittura Sindaci e Consigli Comunali di qualsiasi potere di intervento e modifica dei servizi stessi.

Non solo, i piccoli centri aderendo alla proposta di Firenze e Prato si tireranno la zappa sui piedi poiché se oggi ,in quanto soci, possono contare sui proventi distribuiti da Publiacqua a titolo di dividendi , in seguito perderanno il diritto alla percezione degli stessi, perché sarà la Newco ad usufruirne.

Ripubblicizzare veramente il servizio sarebbe possibile tramite un’azienda speciale consortile, di diritto pubblico: già quasi 70 milioni di euro sono i dividendi di parte pubblica non distribuiti, e forse altrettanti se ne accumuleranno da qui a fine concessione, nel 2024, riserve più che sufficienti per liquidare il socio privato attuale.

L’adesione a questa Holding rappresenta un ennesimo tradimento della volontà popolare e della possibilità degli amministratori locali di programmare e controllare i servizi: oggi si sta chiedendo ai Comuni di approvare l’ennesima scatola cinese!

Auspichiamo che questa inaccettabile proposta sia di stimolo affinché i Sindaci, i Consigli comunali e la politica in genere riprenda il proprio ruolo, finalmente a favore del bene comune.