Comunicato Stampa
Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua si compiace che la Consigliera Spinelli abbia organizzato il convegno tenuto a Firenze il
17 gennaio scorso: Acqua pubblica: non se, ma come e quando e abbia invitato a dibattere su tale importante tema altri Consiglieri Regionali, il Presidente Giani, i Sindaci, la CGIL, Federconsumatori, Legambiente, l’onnipresente Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana Mazzei e il Governatore uscente della Regione Rossi.
Grazie dunque a chi, molto coerentemente ma assai poco democraticamente, ha pensato di escludere da questo convegno il Forum Toscano, una voce di certo scomoda ma pur sempre il primo soggetto, se non l’unico, che da almeno un decennio continua a sostenere la necessità e l’urgenza di avere una gestione dell’acqua realmente pubblica.
Una gestione sotto la diretta responsabilità dei Comuni: il livello decisionale più prossimo ai cittadini che risiedono negli ambiti territoriali dove il servizio viene erogato.
Si ringraziano poi tutti i Consiglieri Regionali, e in particolare quelli di maggioranza, con il Presidente Rossi in testa, per l’attenzione mostrata finora al tema in questione, essendosene oltre tutto fregati sia della tutela dei consumatori-utenti che degli strumenti per la partecipazione popolare pomposamente enunciati nei preamboli delle leggi regionali sull’acqua, fin qui emanate. Il Comitato Regionale di Controllo sulla Qualità del Servizio Idrico, in primis, è stato lasciato nelle mani di politici indolenti ma fidati, che ne hanno assicurato la totale inattività, con gran beneficio degli interessi dei gestori.
Venendo al convegno, significative sono le dichiarazioni rilasciate dal Governatore Rossi. Forse l’approssimarsi delle elezioni regionali ha richiamato alla mente dei politici quello che oltre 26 milioni di
cittadini avevano chiaramente espresso con il voto nei
referendum del giugno 2011: la volontà assoluta di ripubblicizzare il servizio idrico, e di togliere ai soggetti privati la possibilità di fare profitti con l’acqua. La priorità per Rossi
pare essere infatti il rispetto della volontà popolare referendaria, unita alla necessità di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, altro tema d’attualità, assolutamente da non trascurare in campagna elettorale. Ma qui entra in gioco la parte sostanziale e più appetitosa della eventuale ripubblicizzazione del servizio idrico. Rossi tenta il colpo di coda spudorato e dichiara di avere in merito una proposta di legge già pronta, che potrebbe essere approvata prima della fine della legislatura.
Intanto e come sempre, nessuna nota critica sulla gestione rivatistica dell’acqua, che ha segnato gli ultimi 20 anni in maniera disastrosa. Anzi, ne rivendica la positività e l’efficienza. E proprio sulla scorta di quest’ultima considerazione, in barba tra l’altro
anche alla decisione presa dai Comuni in sede AIT, Rossi ripropone un operatore unico su scala regionale che sappia governare la risorsa.
Niente di nuovo sotto il sole! Il gestore potrà essere pubblico (negli anni, ha proposto COOP, ESTRA…) ma la logica aziendale resta
saldamente la stessa: fare profitti sull’acqua. E magari, perché no, rilanciare nuovamente l’idea di una multiutility regionale, in forma di spa, che si occupi di altri servizi assai remunerativi.
Siamo sempre lì! Siamo ancora lì!

Sulle operazioni di vendita del sistema informatico di Publiacqua ad ACEA (Template di Publiacqua che comprende la gestione delle risorse umane, la gestione della relazione con i clienti, la gestione delle relazioni con i fornitori, la pianificazione delle risorse di impresa etc.) e di acquisto e di implementazione del sistema Acea 2.0 (Template di ACEA), il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica chiede chiarezza poichè questi costi sono tutti a carico dei cittadini e con la proroga di tre anni della concessione è previsto aumentino ancora.
A fronte di tale valutazione, risulta invece che la somma effettivamente pagata da Acea rappresenti solo il 30% dei costi computati, quindi pare che ACEA abbia pagato per il template soltanto €. 2.875.806,00. Il contratto di vendita sembra sia stato sottoscritto nel 2016, ma ci risulta che il Template sia stato messo a disposizione di ACEA sin dal 2015, poiché ACEA già nel 2014 aveva iniziato a lavorare al progetto Acea 2.0, e intendeva utilizzare come base di partenza proprio il sistema di Publiacqua.


Da tempo Publiacqua è sotto scacco dei soci privati che la stanno svuotando di saperi e competenze di ogni genere. La manovra è iniziata portando fuori dall’azienda la progettazione, affidata a Ingegnerie Toscane. Questo ha comportato non solo perdita di professionalità interna, ma anche un aumento spropositato dei costi di progettazione, addebitati ai cittadini nella bolletta.





