Acqua. Aumentano le tariffe e calano gli investimenti

Comunicato Stampa

In questo periodo stanno arrivando le bollette di Publiacqua, con il conguaglio effettuato sulla base del Piano Tariffario 2020-24 proposto dai Sindaci della Conferenza Territoriale 3, il 25/6 scorso, e approvato il giorno successivo dal Consiglio Direttivo dell’AIT. La nuova tariffa decorre comunque dall’1/1/2020.

Non occorre un grande sforzo di memoria per andare al 2018, quando i Sindaci, primo fra tutti Nardella, proclamarono a gran voce che veniva accordata una proroga della concessione a Publiacqua fino al 2024, in cambio di tre vantaggi fondamentali:

  • Nessun aumento delle tariffe
  • Incremento e realizzazione effettiva degli investimenti previsti
  • Contenimento del valore residuo finale da liquidare al socio privato per poi procedere alla ripubblicizzazione del servizio idrico.

(Rinfreschiamoci la memoria: clicca 1 e clicca 2)

Peccato che i nostri Amministratori, sicuramente incalzati da Publiacqua e con l’avallo del Direttore Generale dell’AIT, si siano rimangiati tutto quanto.

Non era questo l’impegno preso, e sfruttato oltretutto a fini elettorali!

Basta mettere a confronto il Piano Tariffario 2016-2024 approvato il 7/12/2018, all’indomani della proroga a Publiacqua, con il Piano Tariffario del giugno scorso: il primo prevedeva un incremento della tariffa pari allo 0,0% per gli anni 2019-2024: il secondo prevede invece un aumento per ciascun anno, in misura variabile, partendo dal 2.10% nel 2020, per poi rimanere al di sopra dell’1% fino al 2024 compreso. In pratica l’unico anno in cui le tariffe non sono cresciute è il 2019.

I nostri Sindaci dunque si permettono di aumentare le tariffe dell’acqua proprio in una fase di enorme crisi del Paese, dovuta alla pandemia Covid, dove tanti hanno perso il lavoro, tanti in cassa integrazione con stipendi ridotti, e tante le piccole imprese che comunque devono pagare i costi fissi ma registrano introiti ridotti all’osso, rischiando la chiusura. Senza contare che per le famiglie si è pure verificato un forte aumento dei consumi legato proprio all’emergenza sanitaria. Non a caso il Forum Toscano dell’Acqua aveva chiesto già nell’aprile scorso una tariffa agevolata, ed ecco arrivare la stangata in questo finale d’anno!

Le cose non vanno meglio per quanto riguarda gli investimenti: quelli programmati e tariffati del Piano approvato nel 2018 ammontavano a € 370.567.000 €, mentre si riducono a € 338.300.000 nel Piano 2020-24, con una netta flessione dell’8,7%.

Eppure, meraviglia delle meraviglie, gli utili da distribuire avranno un incremento di quasi il 35%, balzando da 68 a 91,50 milioni previsti dal nuovo Piano.

E che dire della beffa a proposito del valore residuo, da sborsare per la liquidazione del socio privato di Publiacqua? Allungare la Concessione, secondo i Sindaci, ne avrebbe permesso la diminuzione. Ora, nel Piano stilato nel 2018 il valore residuo a fine Concessione ammontava a 264.360.000 euro, nel Piano approvato il giugno scorso la cifra diventa 272.900.000 + 30.330.000 di conguagli, cioè 303.230.000.

Possiamo capire che non soltanto il socio privato (ACEA) con il 40% delle quote, ma CONSIAG (leggi Comune di Prato) con il 25% e il Comune di Firenze con il 21% abbiano tutto l’interesse ad attuare un piano economico-finanziario del genere, visto che da tempo le speculazioni di stampo privatistico piacciono tanto anche agli enti pubblici. Meno comprensibile risulta l’atteggiamento di tutti gli altri Comuni soci di Publiacqua, che contano complessivamente il 13,5% delle quote, quindi si distribuiscono solo le briciole, ma in Conferenza Territoriale il loro peso è pari a quello dei grandi Comuni. Evidentemente le leggi del mercato e del profitto si impongono su ogni altra cosa, di sicuro su ben più alti principi che dovrebbero essere invece al primo posto nel governo dei nostri

Amministratori, cui sempre più si addice il ruolo di riscossori di dividendi e proventi vari.

05/12/2020