Consiglio Regionale : respinta la mozione del M5S per 50 litri al giorno gratuiti. Secondo Monia Monni (PD) i 50 litri giornalieri procapite gratuiti sono una proposta populista

I lettori riflettano: molti politici, al di là di tante belle parole, vogliono che l’acqua sia considerata una merce !

Monia MonniConsiglio Regionale : respinta la mozione del M5S per 50 litri al giorno gratuiti.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno realizzato una mozione per impegnare la giunta regionale affinché in tre mesi garantisca ai cittadini toscani, a titolo gratuito, il livello minimo di acqua necessario a soddisfare i bisogni essenziali.

Leggiamo dall’ ufficio stampa del consiglio regionale toscano come si sia articolata la discussione e come Monia Monni (nella foto), vicepresidente del gruppo consiliare del PD apostrofa la mozione:
La “gratuità” chiesta nella mozione è “fittizia”. “Non c’è finalità sociale ma solo misure con carattere populista che avrebbero effetti negativi sulle famiglie numerose e sulle aziende”

Ovviamente era stata informata, se non prima in sede di discussione, che la proposta dei 50 litri gratuiti al giorno per ogni essere umano rispecchia ciò che è stato sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e approvato in sede ONU e dal parlamento europeo e cioè che 50 litri procapite giornalieri sono un bisogno ed un diritto di ogni essere umano.

Non vogliamo pensare male, non vogliamo pensare che questa mozione sia stata respinta perché va contro agli interessi che guidano le scelte di alcuni partiti, vogliamo pensare che ancora non si arrivi a capire che cosa sia veramente il diritto all’acqua e allora lo spieghiamo una volta di più a tutti coloro che hanno votato contro a partire dalla signora Monia Monni.

Il populismo e le finalità sociali non hanno a che vedere con l’applicazione di un diritto umano. Qui si vuole affermare e rendere concreto un diritto umano. Un diritto si definisce tale proprio in quanto il suo esercizio non può essere dipendente da condizioni economiche soggettive, né essere subordinato all’erogazione di eventuali contributi economici; un diritto è tale perché liberamente esigibile da ogni singolo cittadino, indipendentemente dal suo status. Altrimenti non stiamo più parlando di un diritto, ma di una merce.

I lettori riflettano: molti politici, al di là di tante belle parole, vogliono che l’acqua sia considerata una merce !