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A.I.T. ovvero la democrazia che non c’è – Prende avvio la “resistenza” Comunicato Stampa.

A.I.T., OVVERO LA DEMOCRAZIA CHE NON C’È.

PRENDE AVVIO LA “RESISTENZA”.

Il 22/07, all’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana, si decidevano le tariffe per alcuni gestori della Toscana (Nuove Acque, Gaia e Geal), e la Carta dei Servizi per tutti i gestori: il documento che regola i rapporti tra i cittadini-utenti e i signori dell’acqua nella nostra regione.

Come al solito, non tutti i 51 Sindaci componenti l’assemblea erano presenti e, quando si è arrivati all’atto finale, cioè il voto, passata ormai l’ora di pranzo, la sala si era svuotata. Rimasta solo una quindicina di Sindaci o loro delegati, solo una decina di loro ha alzato la mano per l’approvazione.

Quindi 10 Sindaci si sono arrogati il potere di decidere per 288 Sindaci toscani, su questioni importantissime per tutti i cittadini e la regione in toto. Come sempre, il potere nelle mani di pochi.

Eppure qualcosa è cambiato: mentre fino a poco tempo fa assistevamo ad un alzata di mano quasi unanime, stavolta un terzo dei presenti ha espresso dubbi e pareri contrari, nella fase finale.

Questo è l’effetto dei ballottaggi persi dal partito di maggioranza in Toscana, alle ultime amministrative. L’ingresso in AIT dei Comuni passati al governo di liste civiche di destra a Montevarchi e a Grosseto, di quelli passati alla sinistra-non PD a Sesto Fiorentino e a Sansepolcro, insieme alla permanenza di Livorno con un Sindaco del M5S stanno cambiando l’aria che tira nell’assemblea AIT. Mentre, prono al potere, il delegato del neo Sindaco di centro-destra di Arezzo.

Particolarmente agguerrite le donne, assessore di Grosseto e di Montevarchi, a ribadire che l’acqua è di genere femminile. Ma anche il fronte dei Sindaci del partito di maggioranza comincia a mostrare incrinature, e riguardo all’aumento delle tariffe e degli utili dei gestori scarica la colpa sull’Autorità nazionale. Ma chi esprime il governo e quindi l’autorità nazionale?

Cari Sindaci, di chi è la colpa degli investimenti mai realizzati e riproposti di piano d’ambito in piano d’ambito? Non eravate voi a dover controllare? E anche oggi avete autorizzato lo scarico fuori fognatura negli agglomerati sopra 2000 abitanti, scarichi per cui i vostri cittadini pagheranno multe alla Comunità Europea, per colpa di investimenti non eseguiti dai gestori.

A proposito poi di Carta di qualità del servizio idrico integrato, la prima qualità non dovrebbe essere quella dell’acqua, oltre alla giusta spesa e alla salvaguardia della risorsa? Ma come si può affermare che il sistema è efficiente se l’ARPAT segnala un peggioramento progressivo della qualità delle nostre acque, sia quelle superficiali che di falda, come quelle del mare; mentre reti colabrodo perdono per strada metà della risorsa…

Nella Carta si stabiliscono i minuti per rispondere al telefono nel caso di segnalazione guasti, e poi si fanno passare mesi per la riparazione ordinaria: interventi rapidi sono previsti esclusivamente in caso di pericolo.

Al momento però, solo la Conferenza Territoriale Costa (con presenza dei Sindaci di Livorno, Volterra e Suvereto) ha proposto la modifica della Carta dei Servizi, tenendo conto delle osservazioni proposte dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua.

Ci auguriamo che il primo nucleo di dissidenti cresca nel tempo e nell’assemblea AIT si cominci davvero a considerare l’acqua non una merce per fare profitto ma un bene comune indispensabile per la vita.

Logo forum toscano acqua1

 

Per maggiore chiarezza specifichiamo alcune cose per i nostri lettori: Prima di andare a votare la Carta Dei Servizi come viene proposta dal direttore dell’AIT (Autorità Idrica Toscana) i sindaci che compongono l’assemblea hanno facoltà di esprimere delle “Osservazioni” in merito, affinché il testo di tale carta venga migliorato.

Di seguito pubblichiamo le “Osservazioni” che il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua ha suggerito ai sindaci dell’assemblea AIT.  (puoi anche leggerle o scaricarle in PDF cliccando qui)

 

Premesso che la Carta dei servizi è il documento fondamentale che stabilisce i rapporti tra gestori e utenti, e considerando che i primi esercitano la loro attività in regime di monopolio, occorre che tale carta evidenzi i principi e gli aspetti fondamentali del rapporto, che non possono essere demandati ai Regolamenti

PRINCIPI FONDAMENTALI DA INSERIRE NELLA CARTA DEI SERVIZI

  1. riconoscimento dell’acqua come bene indispensabile alla vita, e dell’accesso alla risorsa come diritto umano universale, da garantire a tutte le persone, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali

  2. riaffermare il principio che chi inquina paga

  3. accoglimento della legge del 28 dicembre 2015 n.221 art 61, per garantire a TUTTI il minimo vitale di 50 litri al giorno pro capite.

  4. tariffe calcolate tenendo conto dei componenti del nucleo familiare e non con l’esclusivo riferimento alla singola utenza

  5. Premesso che l’AEEGSI non obbliga ad introdurre il Deposito Cauzionale, questo deve essere di un importo corrispondente alla morosità complessiva annuale riscontrata dai gestori, altrimenti va solo a costituire un fondo cassa per il gestore.

  6. le perdite occulte, cioè un consumo superiore a quello storico, devono essere fatturate non superando il costo che il gestore sostiene per l’acquisto dell’acqua, quindi a cifre molto basse e vicine allo zero. Naturalmente in caso di perdite vanno escluse dall’addebito le quote per prestazioni non rese, come fognatura depurazione

  7. Sostenere la necessità della comunicazione ai Comuni dei nominativi dei morosi incolpevoli

STANDARD QUALITA’:

Nella sezione standard qualità del servizio idrico integrato va inserito l’impegno del gestore a garantire acqua di qualità.

Le analisi effettuate dai gestori, e pubblicate sul sito, devono essere aggiornate mensilmente, e i parametri pubblicati devono essere quelli di verifica previsti dal decreto ministeriale 31/2001

ALTRI ASPETTI

ALLACCIAMENTI E INTERVENTI DI RIPARAZIONE: nella carta dei servizi si esplicitano solo i tempi, mentre il problema principale da parte degli utenti è rappresentato dagli importi che vengono richiesti dai gestori. Gli importi dei vari interventi sono palesemente sovradimensionati, tanto da determinare un guadagno da parte dei gestori. Occorre andare ad una definizione dei costi standard.

Diventa indispensabile disciplinare anche le regole di tutti i gestori: ad esempio, per l’allaccio alla pubblica fognatura, Acquedotto del Fiora e Nuove Acque prevedono allaccio diretto alla fognatura, mentre per Publiacqua vige l’obbligo della bicamerale. FATTURAZIONE – PERIODICITA’ E CONGUAGLI: come é stato stabilito il numero minimo di fatture annue occorre stabilire anche il numero massimo, per evitare un invio eccessivo di bollette, con aggravio di costi per gli utenti.

Devono essere previsti i conguagli tariffari annuali perché il complesso della normativa che disciplina il servizio idrico prevede che si applichino gli scaglioni di consumo su base annua

MISURAZIONE CONTATORE: disciplinare come farlo. Normalmente l’addetto fa scorrere di continuo un certo quantitativo di acqua, mentre in casa l’utilizzo è discontinuo. La misurazione deve simulare quanto avviene usualmente.

CONTINUITA’ SERVIZIO – TEMPI DI PREAVVISO E INTERRUZIONI: se la causa di non potabilità dell’acqua ha origine chimica e non microbiologica, anche nel caso non vi sia interruzione del flusso, non bastano i litri di erogazione previsti con l’autobotte. In caso di crisi qualitativa, il consumo di acqua non potabile non deve essere addebitato in fattura.

In caso poi di conclamata torbidità, anche se tale parametro si dice che non infici la potabilità, l’acqua non deve essere ritenuta potabile.

GUASTI ORDINARI: prevedere dei tempi massimi di riparazione della rete idrica, anche per le rotture che non comportino pericolo o interruzione del servizio

RIMBORSI E INDENNIZZI ALL’UTENTE: qualsiasi rimborso in favore dell’utente dovrà essere versato direttamente nella fattura successiva al momento del sorgere del diritto, specificando espressamente la motivazione e i dettagli del calcolo che ne determinano l’ammontare.

Vanno previsti indennizzi nel caso che la pessima qualità dell’acqua provochi danni agli elettrodomestici, e nel caso che le cause di interruzione del servizio, o la scarsa pressione, siano dovute a rotture in rete, segnalate da tempo e mai riparate.

Nel caso un servizio sia dato in concessione, come previsto dalla carta, il mancato rispetto degli standard deve essere indennizzato dal gestore che avrà poi modo di rivalersi con il concessionario.

OSSERVAZIONI SPECIFICHE PER CARTA SERVIZI GAIA

Occorre valutare il perenne disservizio che gli utenti a “lente tarata” del Gestore Gaia spa stanno subendo, essendo costretti a pagare un minimo imposto e fatturato, in assenza di contatori, con pressione insufficiente, obbligo di mantenimento serbatoio di accumulo, impianto di autoclave, consumo elettrico e relativi costi di manutenzione che non sono tra l’altro di poco conto.

Durata della autocertificazione per l’agevolazione famiglie numerose: minimo 5 anni di validità.

Obbligo di preventiva comunicazione tramite sms o lettera o equipollente, da parte di Gaia ai cittadini che hanno presentato l’ISEE, prima della sua scadenza, con preavviso di presentazione di nuovo ISEE per l’anno successivo.

Lettura bimestrale per le persone anziane e i disabili.

per il Forum Toscano Movimenti per l’Acqua

Gianfranco Morini

Rossella Michelotti

Comunicato Stampa – Nuove deroghe permetteranno ai gestori idrici di continuare ad inquinare

Regalo ai gestori idrici che inquinano Logo forum toscano acqua1
e aumenti in bolletta per i cittadini
Quando la legge non è uguale per tutti

Se un cittadino qualunque scarica i propri reflui fognari senza alcuna autorizzazione rischia sanzioni penali e amministrative. Non i gestori! Nonostante che solo una parte dei 4500 scarichi esistenti in Toscana confluisca in un depuratore, e solo un’altra parte esigua abbia le necessarie autorizzazioni. Dunque, la Regione Toscana permette da anni questo scempio: inquinare impunemente fiumi, laghi, mare. Scarico acque nere
E ora, con un incredibile colpo di spugna e una rapida quanto indecente decisione,

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La Responsabilità è Squisitamente Politica

Per catalogare la scarsezza di qualità delle acque di superficie toscane destinate alla potabilizzazione si sono dovuti addirittura inventare una nuova categoria più bassa, la SUB A3.
Questi sono i risultati sulle nostre acque di anni e anni di amministrazione a tutti i livelli
(regionale, provinciale e comunale) della solita corrente politica.

Ma secondo l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori, la toscana è un ” laboratorio mondiale della qualità della vita”
Della serie, l’importante è darla a bere !!!

La categoria A2 è ritenuta Appena sufficiente, questa tabella è stata presa sul sito dell’ARPAT :

–    Per approfondire potete leggere l’interessante articolo de

Il Fatto quotidiano Cliccando qui

“Dal monitoraggio fatto nel triennio 2012-2014 emerge che il 90% dei corpi idrici valutati ricade nelle categorie SubA3 e A3, l’8% in A2, che è una qualità appena sufficiente, e nessuno nella categoria A1,che è quella buona.”
Corsi d’acqua superficiali destinati all’uso potabile con feci, metalli pesanti, idrocarburi e pesticidi. Non è il Terzo mondo, ma la Toscana, la regione che all’Expo si è presentata come il “laboratorio mondiale della qualità della vita” (lo dice l’assessore all’agricoltura e foreste, Gianni Salvadori) dove “le parole d’ordine sono identità territoriale, sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente”. Acque a parte, forse. Stando all’ultima relazione di Arpa Toscana, infatti, non solo la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile è pessima, ma addirittura in continuo peggioramento, tanto che l’Agenzia ha dovuto introdurre negli ultimi anni un’ulteriore classificazione denominata >SubA3, . Dal monitoraggio fatto nel triennio 2012-2014 emerge che il 90% dei corpi idrici valutati ricade nelle categorie SubA3 e A3, l’8% in A2, che è una qualità appena sufficiente, e nessuno nella categoria A1,che è quella buona. Questo spiega perché dal rubinetto di molte case toscane esce acqua che “sa di piscina”: per renderla potabile viene passata e ripassata nel cloro o con più sofisticati processi di potabilizzazione, a costi aggiuntivi, chiaramente, per gli utenti. E la sicurezza sanitaria è garantita?

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Oppure consultare direttamente il sito dell’ARPAT
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