Holding multiservizi. La finanza vince sulla democrazia

Comunicato Stampa

Il nefasto progetto di riunire in una grande holding la gestione di servizi come acqua, energia/gas e rifiuti ha trovato ieri l’accordo, benedetto da Giani, dei Comuni di Firenze, Prato ed Empoli che puntano ad unire società del calibro di Publiacqua, ESTRA/Consiag, Publiservizi e ALIA in un unico mostro tentacolare. Un accordo ai vertici, frutto del peggiore rampantismo politico.


Se ne parlava da diverso tempo, è vero, ma andava raggiunta la quadra, per la soddisfazione dei Comuni maggiori, e primo fra tutti Firenze. Tant’è che Nardella aveva osteggiato un precedente tentativo di accorpare Publiacqua ad ESTRA/Consiag, semplicemente perché le quote di Prato avrebbero superato di gran lunga quelle del capoluogo regionale. Ma con l’entrata di ALIA, dove il Comune fiorentino ha la maggioranza (quasi il 60%), le cose cambiano. Per di più è stato proprio il Primo Cittadino di Firenze a chiamare il top manager Irace per ricoprire la carica di AD di Alia, e portare poi a termine l’operazione multiutility: potrà mai essere tradito?


In realtà, cosa hanno in comune l’acqua, il gas, piuttosto che l’energia elettrica e i rifiuti? Un unico elemento che consente di tenerli insieme: sono merci per fare profitto.

Ancora una volta si vogliono calpestare i referendum del 2011 che, ricordiamo avevano decretato come l’acqua ed altri beni e servizi non dovessero avere rilevanza economica. E’ la vittoria della finanza sulla democrazia. E’ la vittoria della politica incarnata in Toscana dal PD, con l’epigono renziano, sui principi di giustizia e di solidarietà, sulle aspirazioni alla vera cura e al rispetto di persone e ambiente. E’ la vittoria anche dei grandi Comuni rispetto ai piccoli, perché in generale è una vittoria di potere: chi ne ha poco o punto, è sempre destinato a perdere.


La nuova multiutility, ci si è vantati, aspira alla quotazione in borsa, ad immettersi quindi a pieno titolo sul mercato, assicurandosi una fetta di torta, al pari di altri colossi del genere, come IREN, H2A, ACEA… E cosa cambia se i soci invece di essere dei privati sono i Comuni o altri Enti con capitale pubblico? Nulla, proprio nulla.

Quando, come nella holding in questione, si struttura una gestione sullo stampo privatistico, con l’obiettivo di realizzare e incassare utili, non si bada a nient’altro. Ecco gli effetti clamorosi ottenuti finora da Publiacqua: pessima qualità dell’acqua, manutenzioni ridotte al minimo, notevoli perdite delle reti, depurazione e fognatura di livello molto scarso, tariffe alle stelle… Possiamo pensare che da un accorpamento di servizi diversi possa nascere qualcosa di meglio?


Come al solito vorrebbero invece farci credere che ne scaturiranno vantaggi per le persone e l’ambiente: riduzione delle tariffe, aumento degli investimenti, addirittura una regione più green!

Le solite promesse per indorare la pillola. Le stesse promesse fatte per concedere la proroga a Publiacqua e spudoratamente disattese. E’ di questi giorni la nostra denuncia riguardo ai Sindaci del territorio gestito da Publiacqua, che hanno approvato un Piano tariffario per il quale le tariffe aumentano, gli investimenti diminuiscono, cresce il valore della liquidazione del socio privato. Però gli utili hanno un’impennata verso l’alto.


Auspichiamo che nei Consigli Comunali, nella Conferenza Territoriale 3 per l’acqua, nell’ATO dei rifiuti, e in qualsiasi altra sede decisionale, si vadano a prendere posizioni contrarie alla holding multiservizi. Che il bene comune sia davvero centro e riferimento primario della politica!


11/12/2020