COMUNICATO STAMPA
Egregi Sindaci,
nell’assemblea AIT di lunedì 22 gennaio 2018 sarete chiamati a ratificare la decisione presa, da una esigua maggioranza, in sede di Conferenza Territoriale 4 Alto Valdarno: prorogare la Concessione al gestore Nuove Acque Spa di tre anni e mezzo, oltre la scadenza originaria del 30 giugno 2024.
Ci preme innanzitutto sottolineare che l’affidamento del servizio a Nuove Acque, nel 1999, venne sottoscritto dai Sindaci dei Comuni facenti parte del Consorzio 4 Alto Valdarno previa approvazione di tutti i Consigli Comunali. Come è possibile, ora, che siano stati chiamati a decidere sulla proroga di quella concessione solo i Primi Cittadini?
Ed è accettabile che i Sindaci favorevoli alla proroga rappresentino solo un terzo della popolazione che abita e opera nel territorio gestito da Nuove Acque? Vi invitiamo pertanto a riflettere seriamente sulla legittimità o meno di tale procedura.
Vogliamo inoltre ricordare ai Sindaci che la proroga in questione prevede il ricorso ad un prestito di 130 milioni di euro, da utilizzare in parte per coprire il project financing di 40 milioni ancora da rimborsare e in parte per nuovi nvestimenti. Ma Nuove Acque non era il fiore all’occhiello in fatto di investimenti?
Tanto che nel luglio 2016 venne presentato dal Direttore AIT un piano che prevedeva tra il 2016 e il 2024 investimenti per 63 milioni di euro, con un graduale decremento delle tariffe, addirittura del 35%. Oggi il miraggio delle tariffe basse e di tanti investimenti, un vero paese dei balocchi, si è dissolto, e la realtà mostra tutte le inadempienze riguardo alla depurazione, come una situazione pessima delle reti idriche.
Sfugge cosa il gestore abbia fatto in quasi 20 anni di Concessione… Eppure candidamente si afferma che per evitare la lievitazione delle tariffe occorre prorogare il servizio e ricorrere ad un nuovo mutuo.
Nessuno pensa di richiamare i responsabili per gli errori di valutazione? Nessuno chiede le dimissioni di un Direttore e di uno staff tecnico che hanno completamente sbagliato le previsioni?
Altra questione da sollevare e considerare con attenzione: è ammissibile la proroga di un contratto di appalto evitando di fatto la messa a bando di una nuova convenzione? Pare di sì, ma solo se limitata “al tempo strettamente necessario per l’aggiudicazione della nuova gara”. In questo caso, scadendo la concessione di Nuove Acque nel 2024 (tra 6 anni!), non c’è alcuna urgenza di prolungare ora l’affidamento, quando i tempi tecnici per indire una nuova gara sono assai ampi.

Rimarchiamo infine come la maggior parte dei vostri colleghi dell’Alto Valdarno abbia inteso calpestare, ancora una volta, la volontà dei propri concittadini chiaramente espressa con il voto nei Referendum del 2011, con i quali si chiedeva di mutare la gestione dell’acqua, sottraendola ai privati e quindi alle logiche del mercato e del profitto.
Come Forum Toscano ribadiamo quindi la necessità di un’alternativa al modello misto pubblico-privato, frutto di una commistione di interessi tra politica, grandi multiutilities e mondo della finanza. Niente di più lontano dai bisogni e dalle esigenze di popolazione e ambiente.
Vi chiediamo di non avallare la concessione di questa proroga che è priva di senso di opportunità e convenienza per i cittadini , oltre che di dubbia legittimità perchè non condivisa dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti dei cittadini dei territori interessati.
Forum Toscano dei Movimenti
Ma a:
Bibbiena, Bucine, Capolona, Castel Focognano, Castel S. Niccolò, Castelfiorentino, Chitignano, Chiusi, Civitella, Cortona, Foiano, Laterina-Pergine, Lucignano, Manciano della Chiana, Montepulciano, Monte S. Savino, Montemignaio, Pratovecchio-Stia, Poppi, Sestino, Sinalunga, Talla, Torrita.
Ci viene il dubbio… (clicca per visualizzare le vignette del comitato di Arezzo)
Giovedì 11 gennaio scorso, presso la sede A.I.T. di Arezzo, si è svolta la riunione della Conferenza Territoriale 4 Alto Valdarno che ha approvato la proroga della concessione a Nuove Acque Spa, dal 2024 al 2027. Questa la nefasta conclusione. Ma quello che tutti i cittadini devono sapere è come la democrazia sia spesso e ripetutamente calpestata nelle occasioni in cui le Istituzioni Pubbliche si riuniscono per prendere decisioni cruciali su ciò che dovrebbe essere considerato un bene comune di vitale importanza, come l’acqua.
Sarà poi ammessa una delegazione di 3 persone, e solo per assistere ad un incontro dove nessun cittadino può aprire bocca. Pare dunque semplicemente vergognoso che dei Sindaci o dei rappresentanti di Istituzioni, temano di esprimere pubblicamente la propria intenzione su questioni di interesse comune. Ma evidentemente comportamenti che erano la regola nel famoso ventennio del secolo scorso, oggi sono tranquillamente riciclati dal nostro regime di democrazia avanzata.
In ogni caso, la decisione presa in Conferenza Territoriale 4 dimostra ancora una volta come si possa calpestare la volontà espressa dai cittadini con i referendum del 2011, con cui si chiedeva di mutare la gestione dell’acqua, sottraendola ai privati e alle logiche del mercato e del profitto. Per fare gli investimenti che in quasi 20 anni non ha fatto, Nuove Acque intende ricorrere a un prestito di 130 milioni di euro, di cui una buona parte servirà a coprire il debito per il finanziamento precedente.
Vogliamo elencare tutti quei
Ma per arginare una restituzione di massa, nel 2009 intervenne la legge 13 che nell’art. 8 sexies autorizzava l’addebito anche alle utenze non collegate ai depuratori, a decorrere dall’avvio delle procedure di affidamento delle opere di progettazione o di completamento di quelle necessarie alla attivazione del servizio. Pur facendo obbligo al gestore di osservare i tempi di realizzazione previsti dai Piani d’Ambito, oltre che di informare periodicamente gli utenti sullo stato dei lavori, dandone indicazione all’interno della bolletta.
Finalmente i Sindaci aprono gli occhi sul servizio idrico integrato e rimandano l’approvazione del disciplinare tecnico dei gestori, in approvazione all’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana (AIT), del 15/05 scorso. 
che lo andiamo ribadendo. Ma la quota di profitto (la cosiddetta “adeguata remunerazione del capitale investito”, divenuta poi “oneri finanziari e fiscali”) continua a gravare sulle nostre bollette. Parimenti, i soci privati non sono affatto scomparsi dalla gestione idrica: hanno rafforzato invece la loro presenza e il loro potere, complice l’indifferenza se non il favore della quasi unanimità dei politici-amministratori. 